Lettera ai Soci del Prof. Bignamini

Cara/o Socia/o
l’assemblea straordinaria tenutasi il 23 luglio, esattamente quattro anni dopo (era il 26 luglio 2012) ha deliberato la fine della liquidazione volontaria con il ritorno alla attività ordinaria della vostra cooperativa. L’esito positivo della liquidazione volontaria ha nei fatti confermato sia la solidità strutturale di Coop Casa sia la tipologia circa le cause della crisi, che pur pesanti, portarono alla richiesta di liquidazione erano, tuttavia, di tipo contingente e strettamente legate a cause diverse (crisi finanziaria, crisi del mercato immobiliare con conseguente blocco delle vendite, stagnazione del mercato, difficoltà di governo della cooperativa nei rapporti con banche, fornitori e Soci) coincidenti a determinare lo stato di crisi.
La scelta della liquidazione volontaria fu una scelta obbligata al fine di evitare procedure concorsuali irreversibili, senza finalità di rimessa in bonis della cooperativa e quindi correlata dichiarazione dello stato di insolvenza con conseguente perdita dei loro diritti da parte dei creditori, primi fra tutti i Soci prestatori, fornitori ed a seguire gli istituti di credito che possono vantare forme di garanzia reali sui finanziamenti erogati. La solidità di Coop Casa era (ed è) legata alla sua consistenza patrimoniale riconducibile al valore reale degli immobili di proprietà in grado di determinare un costante flusso finanziario derivante dai canoni di locazione e di godimento per la proprietà indivisa. Come è stato costantemente illustrato ai Soci, l’attività del liquidatore, sempre assistito da uno staff di alto livello professionale, è stato di “rendere liquido ciò che era solido” quindi di generare liquidità supplementare in aggiunta ai flussi finanziari derivanti dai canoni, da soli insufficienti a garantire il rimborso dei mutui secondo gli originari piani di ammortamento.
L’attività di vendita unitamente alle attività volte a mantenere una costante manutenzione del proprio patrimonio immobiliare per evitarne l’inevitabile svalutazione, così come una pressante azione di presidio delle morosità ha condotto Coop Casa su un percorso virtuoso comunque non sufficiente a garantire il rimborso dei mutui insostenibili sia in termini di onerosità (perché contratti in anni nei quali i tassi di interesse erano ben più onerosi rispetto a quelli attuali) sia di tempistiche di rimborso troppo brevi rispetto agli introiti generati dai canoni di affitto/godimento determinati anche in considerazione di vincoli convenzionali comunali/regionali e statali.
Il ricostituito rapporto di fiducia con gli istituti di credito, diretto riconoscimento della attività svolta, ha portato alla conclusione positiva di una rinegoziazione dei mutui a livelli di sostenibilità ed alla conseguente garanzia della continuità aziendale senza la quale non sarebbe stata possibile la revoca della liquidazione e pertanto sono certo di interpretare il sentimento di riconoscenza dei Soci verso gli istituti di credito, UBI – Banco di Brescia e Unipol Banca che hanno creduto in Coop Casa, nella sua solidità e nella compattezza del suo corpo sociale.
Ultimo nell’elencazione, ma primo per il suo valore, va il mio più sincero e sentito ringraziamento e gratitudine a tutti i Soci per la loro vicinanza alla cooperativa anche nei momenti più difficili e talune volte drammatici. In particolare ai Soci prestatori che hanno temuto di veder svanire il frutto di anni di lavoro depositati con fiducia nella loro cooperativa per supportare la stessa nelle attività istituzionali.
Le norme di legge non prevedono, infatti, per i Soci prestatori alcun privilegio in caso di procedure concorsuali ma come ho sempre detto, fin dal primo giorno della mia nomina, ad essi andava tutto il mio impegno professionale e umano per garantir loro un “privilegio morale” e materiale pur nel rispetto delle priorità dei diritti dei creditori così come normati dalla legge.
In questi quattro anni in molte occasioni sono stato preso dallo sconforto e dal timore di non riuscire nell’impegno assunto di condurre a buon esito la liquidazione, ma ascoltando e condividendo le paure, le difficoltà, i casi drammatici dei soci che temevano per i loro risparmi e per il destino della cooperativa ho sempre trovato l’energia per continuare. Ho ricevuto dai Soci prestatori dimostrazione di fiducia quando per quattro anni hanno subito il vincolo forzato senza dar seguito, salvo rari casi, a procedura giudiziali di rimborso del proprio credito e, maggiormente, quando il 92% del risparmio sociale ha rinnovato la fiducia sottoscrivendo volontariamente un vincolo di deposito triennale, condizione necessaria alla revoca dello stato di liquidazione.
La procedura di revoca della liquidazione, iniziata con l’assemblea straordinaria del 23 luglio, si concluderà formalmente a fine ottobre quando il Consiglio di Amministrazione si insedierà aprendo quindi una nuova fase della vita di vita di Coop Casa, senza comunque trascurare che per oltre trent’anni Coop Casa è stata un esempio nel mondo delle cooperative di abitazione, ha dato un alloggio a migliaia di soci, ha percorso strade tecnologicamente avanzate nell’innovazione energetica degli edifici.
Il nuovo Consiglio di Amministrazione deve oggi gestire al meglio il patrimonio della cooperativa, mettendo inoltre le proprie competenze al servizio di patrimoni immobiliari sia pubblici che privati fornendo servizi avanzati e rispettosi del ben-abitare secondo la filosofia economica del “ben-essere” teorizzata dall’economista Fitoussi.
A tutti gli attori di questa splendida esperienza che, è giusto ricordarlo, è l’unica esperienza nazionale di revoca di liquidazione in bonis, va il mio più sentito ringraziamento, da parte mia ho messo a disposizione professionalità e cuore, ricevendo dagli istituti di credito stimoli professionali nuovi e costruttivi, dai fornitori condivisione imprenditoriale e dai Soci un’esperienza umana ineguagliabile.
A tutti ancora grazie e insieme iniziamo un nuovo cammino.